Importante apertura del T.A.R. di Catanzaro in materia di diniego di rinnovo del porto d’armi

Il Tribunale Amministrativo di Catanzaro, in accoglimento del ricorso proposto dall’avvocato Giovanni Vecchio nell’interesse del sig. A.S., ha annullato il decreto con cui il Questore di Vibo Valentia aveva negato il rinnovo della licenza di porto di fucile per uso caccia.

 

Il diniego del rinnovo della P.A. si era fondato sull’esistenza di un precedente dell’imputato per reati in materia di armi che, tuttavia, era risalente nel tempo e precedente il rilascio e i successivi rinnovi del porto d’arma.

 

La difesa dell’interessato aveva segnalato nel suo ricorso la contraddittorietà dell’azione amministrativa che, sulla base delle medesime circostanze di fatto, aveva adottato due atti di segno contrario (da un lato la licenza e i conseguenti rinnovi, dall’altro il provvedimento di revoca).

D’altro canto, si era censurata l’illogicità del diniego del rinnovo sulla base del fatto che le circostanze su cui tale determinazione si reggeva fossero cronologicamente più vicine ai provvedimenti positivi adottati dalla P.A.

Infine, si era censurata la motivazione del provvedimento di revoca laddove, unicamente sulla scorta di un precedente risalente nel tempo, si paventava il pericolo che il ricorrente potesse abusare dell’uso di armi.

 

Tali argomentazioni sono state recepite dai giudici amministrativi che, in accoglimento del ricorso difensivo, hanno annullato il provvedimento impugnato.

Processo “Morsa sugli appalti pubblici”: assolto l’imprenditore Francesco Cataldo

Processo “Morsa sugli appalti pubblici”: assolto l’imprenditore Francesco Cataldo:

 

 

Il Tribunale di Locri, nel processo denominato “Morsa sugli appalti”, ha assolto l’imprenditore Francesco Cataldo dall’accusa di concorso in turbativa d’asta, aggravata a norma dell’art. 7 D.L. 152/1991, che allo stesso era contestata dalla Direzione Distrettuale di Reggio Calabria.

 

La vicenda giudiziaria in questione è scaturita da una maxi-operazione condotta dalla Procura Distrettuale reggina che aveva portato all’arresto di decine di persone accusate, a vario titolo, di aver condizionato gli appalti pubblici della locride. In particolare, secondo gli inquirenti, l’indagine avrebbe fatto luce sulle attività illecite (condizionamento degli appalti pubblici come i lavori di ammodernamento di arterie stradali, acquedotti, edifici scolastici della zona, oltre che nella gestione dei rifiuti solidi urbani e di natura pericolosa nel comprensorio di Siderno e dell’area circostante) di quelle che sono considerate le principali cosche del versante ionico reggino.

 

A Francesco Cataldo, imprenditore sidernese operante nel settore dell’edilizia, si contestava la partecipazione nel reato di turbativa d’asta perché lo stesso, condizionato in tal senso, avrebbe inquinato l’esito di una gara pubblica astenendosi dal partecipare alla stessa.

La difesa dell’imputato, rappresentata dall’avvocato Giovanni Vecchio, ha contestato il teorema accusatorio – che si reggeva esclusivamente su talune intercettazioni ambientali – evidenziando, altresì, come, alla luce di quello che è un orientamento pacifico nella giurisprudenza di legittimità, ai fini della configurabilità del reato di cui all’art. 353 c.p. mediante una condotta omissiva (quale è l’astenersi dal partecipare ad una gara) sia richiesta la sussistenza di un ampio e concordato accordo collusivo finalizzato ad alterare l’esito della gara. Accordo di cui nel caso di specie non vi era traccia.

 

Argomentazioni, queste, che sono state accolte dal Tribunale di Locri che ha assolto l’imprenditore Francesco Cataldo dalle accuse.

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